Dove sono i papà?

Caro Tata,

la festa del papà si avvicina, così ho pensato di condividere con te un episodio che mi ha colpita particolarmente.

Tempo fa, alla scuola di danza che frequenta mia figlia, c’è stata una lezione aperta, cioè la possibilità di assistere alla lezione e vedere che cosa hanno imparato i bambini dall’inizio del corso. Quando Vittoria mi ha domandato «Mamma, verrai a vedermi?» ho capito quanto per lei fosse importante.
Il giorno designato mi sono seduta insieme agli altri genitori nelle poltroncine del teatro dove queste bambine (ahimè, nessun maschietto) hanno la fortuna di fare lezione, quando nella penombra mi sono sentita dire «Non c’è nessun padre, sono l’unico». A parlare era stato mio marito.
Fortunata Vittoria ad avere un padre così, triste che rappresenti un’eccezione. Le cose stanno cambiando, i padri rispetto a una volta sono molto più presenti, ma questo episodio mi ha fatto capire quanto la strada da percorrere sia ancora lunga. È un peccato, non trovi, perdersi questi attimi di vita dei propri figli.

Grazie per la calma e pacatezza che riesci a trasmettermi sempre.
Con affetto, Francesca

Cara Francesca,

ogni volta che rifletto sulla tematica, il mio pensiero vola ai giorni trascorsi in Nord Europa, per me costante fonte di ispirazione, sia per quanto riguarda i metodi educativi… sia per tutto il resto!

Ricordo quanto fosse evidente la presenza massiccia dei compari tate maschio a Stoccolma e a Copenhagen, ad esempio. Ne ho incontrati tantissimi e dovunque: papà nei parchi (alcuni con un volto da diciottenne e tre o quattro figli al seguito!), professori molto rock nei musei, tate per strada col passeggino, educatori del nido con bimbi piccolissimi in braccio (spesso gli asili sono al piano terra, hanno delle grosse vetrate e le tende vengono lasciate aperte).

Perché estendo il discorso non solo ai padri, ma in generale a tutta la categoria? Perché credo che il ruolo paterno e la presenza di uomini in ambito educativo siano due elementi strettamente connessi: se un bambino è abituato fin da piccolo a declinare l’accudimento anche al maschile, sarà molto più propenso a essere presente e partecipe nella vita familiare una volta diventato grande.

Un paese evoluto considera tale presenza non semplicemente normalità, ma un valore aggiunto. Concordo con te sul fatto che le cose stiano cambiando e aggiungo che spesso è la struttura sociale stessa a non rendere attuabili delle alternative; ma nell’attesa di politiche sulla paternità più evolute, c’è qualcosa che possiamo fare noi uomini fin da subito: darci una svegliata.

Leggevo alcune statistiche – riferite al 2013 in realtà, quindi già un po’ datate – dell’OECD (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), secondo le quali in Danimarca l’uomo dedica mediamente 3 ore e 37 minuti al giorno alla preparazione dei pasti, alle faccende di casa e alla cura dei familiari. In totale, gli uomini danesi si fanno carico del 47% del peso domestico. In sostanza, hanno capito che l’emancipazione delle donne non solo non toglie nulla ai maschi, ma al contrario rende anche loro più emancipati.

E poi c’è un’altra cosa che invece dovreste fare voi donne: abbandonare il monopolio della gestione dei figli. Ovviamente è una generalizzazione, ma in linea di massima vedo che c’è anche una grande resistenza al cambiamento da parte delle mamme, una fatica a delegare (in alcuni casi è pressoché impossibile, ne sono consapevole), un compiacersi nel sentirsi il centro nevralgico. Ma i papà non sono baby sitter. E se lo dice una tata c’è da crederci…

Lorenzo LTM

Caro Tata è la mia rubrica di corrispondenza con i lettori su Family Nation Magazine. Il numero 14 della rivista (giugno 2019), con questa lettera e molti altri contenuti interessanti, si può ordinare (o sfogliare gratuitamente) qui.

Scrivermi è semplice: lettere brevi, inviate all’indirizzo parliamone@latatamaschio.it con oggetto “Caro Tata” e tema libero. Io le leggerò tutte, alcune verranno pubblicate e i loro autori riceveranno un regalino, come è successo a Francesca de Le parole verranno, che ringrazio!

Questo errore è visibile solamente agli amministratori WordPress

Errore: Nessun feed trovato.

Vai alla pagina delle impostazioni del feed di Instagram per creare un feed.