Generare è più dell’essere genitori

Caro Tata,

sono cresciuta in una famiglia numerosa e chiassosa, circondata da fratelli, cugini e tanto amore. Da ragazzina ero felice nell’immaginarmi madre di una famiglia altrettanto numerosa, pensavo di essere destinata a quello. Crescendo, la mia vita ha preso un altro corso, ho costruito comunque una famiglia, ma i figli non sono arrivati e non solo per questioni legate alla fertilità. Ho un lavoro molto creativo e riempio le mie giornate con tantissime cose che mi fanno star bene. Mi sento infatti soddisfatta per ciò che sto realizzando, non ci sono rimpianti in questa lettera, ma spesso mi chiedo se il mio atteggiamento non sia il tentativo di convalidare le scelte fatte o giustificarmi di fronte a me stessa.

Con affetto e stima, Lisa

Cara Lisa,

l’essere genitori ha a che fare con la possibilità di generare, ma la possibilità di generare non ha a che fare solamente con l’avere figli. Che poi sappiamo bene che l’essere genitori, in realtà, non significa nemmeno possedere dei corpi biologicamente in grado di fecondare un ovulo e portare a termine una gestazione, per quanto rimangano avvenimenti che rivelano il potere prodigioso della vita.

Generare è un atto che non si esaurisce nella procreazione. E la generatività è più della genitorialità, la comprende e ne espande i confini. È infatti un principio molto più ampio, che rimanda ad un’apertura al mondo e a tutte le sue possibilità.

Condivido profondamente questo concetto da sempre; uno dei primi teorici ad approfondirlo – mi verrebbe da dire a sviscerarlo, nel senso letterale di separarlo dall’associazione con un apparato riproduttivo – fu lo psicologo tedesco naturalizzato statunitense Erik Erikson: a partire dalle concezioni di altri grandi pensatori, coniò per l’appunto il termine di generatività sociale per riferirsi al bisogno di esprimersi, alla spinta a travalicare la propria esistenza, alla volontà di restituire alla collettività, alla capacità degli individui, di ogni genere, di creare, di mettere al mondo non soltanto altri esseri umani, ma anche idee che sopravvivano loro, azioni ecologicamente orientate, progetti con una visione intergenerazionale.

In quest’ottica, diventare madri o padri sono due occasioni in cui la generatività si manifesta, due tra le più grandi ed evidenti, ma non le uniche. Non vuole essere una rappresentazione surrogata o consolatoria della maternità e della paternità; al contrario, è un ritratto più fedele della vita nella sua multiformità e della propensione delle persone a dare alla luce, a volte qualcuno, altre qualcosa.

Lorenzo LTM


Caro Tata è la mia rubrica di corrispondenza con i lettori su Family Nation Magazine. Il numero 21 (primavera 2021) contiene due miei contributi, accanto a molti altri contenuti interessanti; la rivista si può ordinare (o sfogliare gratuitamente) qui.

Scrivermi è semplice: lettere brevi, inviate all’indirizzo parliamone@latatamaschio.it con oggetto “Caro Tata” e tema libero. Io le leggerò tutte, alcune verranno pubblicate e i loro autori riceveranno un regalino, come è successo a Lisa, che ringrazio!

Questo errore è visibile solamente agli amministratori WordPress

Errore: Nessun feed trovato.

Vai alla pagina delle impostazioni del feed di Instagram per creare un feed.