Crescere un maschio

Caro Tata,

ti leggo da anni e mi lascio affascinare dalla delicatezza dei tuoi aneddoti, dalla sensibilità con cui usi le parole e dalla tua capacità di prendere posizione sulle faccende di genere che tanto mi stanno a cuore, malgrado tu sia un maschio!
Ecco, ho già scoperto le carte, vengo subito al mio problema: ho un pregiudizio abbastanza marcato nei confronti del genere maschile.
Non che non mi trovi bene con gli uomini: ho un marito splendido, amici maschi che stimo, ma diciamo che non li considero proprio sullo stesso piano delle donne.
Da donna, affrontando le tante difficoltà che questa società ci mette di fronte, mi rendo conto di quanto riusciamo a fare noi che per gli uomini non è nemmeno immaginabile.
Da quando sono madre poi, ho scoperto un mondo di equilibrismi e giochi ad incastro che lasciano senza respiro (un po’ come i gruppi WhatsApp della scuola, dove ogni tanto spunta per sbaglio qualche papà, ma si continua a parlare al femminile, ché la percentuale di mamme supera il 95%)! Un mondo che va gestito di nascosto per far vedere che siamo professioniste tanto quanto gli uomini, che il fatto di avere una famiglia non ci condiziona al lavoro. E ce la facciamo! Male che vada finiamo un po’ esaurite ma in qualche modo l’incastro perfetto lo troviamo sempre!
Sono madre di due bambine, e in loro vedo le donne che saranno, cerco di crescerle senza pregiudizi e consapevoli della propria forza e delle proprie qualità.
A breve però affronterò una nuova avventura: sto per diventare madre di un bambino, un maschio! E sento la responsabilità di crescere un uomo, che mi sembra un percorso molto più arduo, forse anche perché ignoto. E temo che i miei pregiudizi sul genere maschile mi condizionino, temo di pensare troppo a cosa non vorrei che diventasse e non riuscire ad aiutarlo al meglio a scoprire chi è e chi vorrà diventare.
Ogni persona che scopre che aspetto un maschio esulta con un “Finalmente!”, ed io sollevo un sopracciglio e penso “Speriamo in bene…”.
A parte la constatazione abbastanza evidente che ho raggiunto quello stato di esaurimento di cui accennavo sopra, come diavolo si fa ad essere una buona madre per un maschio?

Marta

Cara Marta,

la prima lettera non poteva che partire da qui, dalla questione che forse mi sta più a cuore di tutte.
Mi sono sempre sentito molto distante dal maschio medio italiano, e questo quando sei un bambino o un ragazzino è difficile da tollerare. Crescendo ho capito che non c’era un’unica via e uno dei miei obiettivi è diventato mostrare che esistono altri modi di essere maschio, almeno quanti siamo noi, e ognuno merita il proprio spazio.
Col tempo ho realizzato che l’unica salvezza è la nostra capacità di pensare in maniera critica, e allenarla anche in altri ambiti è davvero l’unico aspetto su cui possiamo far leva con gli adulti del domani, cominciando da subito.
Sicuramente è un compito delicato quello che ti è stato affidato, ma in generale nuova vita vuol dire nuova possibilità. E se è vero che crescere una donna è molto impegnativo, sono sempre più convinto che crescere un uomo comporti altrettanta fatica, anche se per motivi diversi. Aiutarli a definire che cosa sia l’identità maschile, capire che si può essere maschi senza essere maschilisti: una sfida difficile, ma che vale la pena accettare.

Lorenzo LTM

Caro Tata è la mia rubrica di corrispondenza con i lettori su Family Nation Magazine. Il numero 13 della rivista (marzo 2019), con questa lettera e molti altri contenuti interessanti, si può ordinare (o sfogliare gratuitamente) qui.

Scrivermi è semplice! Lettere brevi, inviate all’indirizzo parliamone@latatamaschio.it con oggetto “Caro Tata” e tema libero. Io le leggerò tutte, alcune verranno pubblicate e i loro autori riceveranno un regalino, come è successo a Marta di Growing Independent – Learning Tower, che ringrazio!

Ah, nel frattempo il suo bimbo è nato, buona vita Mattia!

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